mercoledì 27 dicembre 2017

Gilberto Caldarozzi: da condannato in via definitiva per falso in seguito ai fatti del G8 di Genova ai vertici dell'antimafia

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Nonostante l’attuale legislatura volga al termine, il Governo Gentiloni e in particolare il Ministro dell’Interno Minniti riescono a produrre leggi e nomine inique fino alla fine.
Nei titoli di coda, infatti, Minniti ha nominato Gilberto Caldarozzi Vice direttore tecnico operativo della DIA (Direzione Investigativa Antimafia), la forza investigativa ideata da Giovanni Falcone per combattere la mafia.

Chi è Gilberto Caldarozzi? Caldarozzi fu condannato in via definitiva a 3 anni e 8 mesi per aver prodotto prove false servite a coprire le violenze della Polizia nella notte della "macelleria messicana" alla scuola Diaz durante il G8 di Genova.
Parafrasando i mafiosi potremmo definirlo un infame dello Stato Italiano. A scriverlo, in maniera non mafiosa, sono i giudici della Cassazione che su Caldarozzi e gli altri poliziotti imputati si espresse così: «Hanno gettato discredito sulla Nazione agli occhi del mondo intero».

Per la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, invece, Caldarozzi è uno dei responsabili degli avvenimenti della notte del 2001 e delle successive azioni dei massimi esponenti dello Stato. Episodi per i quali il nostro Paese ha ricevuto due condanne per violazione alle norme sulla tortura.

I cinque anni d’interdizione dai pubblici uffici sono ormai finiti per l’ex capo dello Sco, la Sezione criminalità organizzata, e ora ecco il ritorno. Di scena, però, non è mai uscito realmente perché, come racconta Marco Preve su Repubblica, in questi anni Caldarozzi ha ricoperto diversi incarichi di non poco conto: prima come consulente della sicurezza per le banche e poi come consulente per Finmeccanica alla cui guida c’è l’ex capo della Polizia Giani De Gennaro, un altro colpevole della Diaz.

Anche Enrico Zucca, il pm del processo Diaz, ha espresso le sue criticità sulla nomina diretta di Caldarozzi a Vice dell’Antimafia voluta dal Ministro Minniti: «L’ultimo dei rientri che si fa fatica a conciliare con quanto espresso nei confronti del condannato in sede di giudizio di Cassazione è quello che riguarda l’attuale vicecapo della Dia, che vanta nel curriculum il “trascurabile” episodio della scuola Diaz».

Insomma, una nomina impossibile da spiegare a chi ha subito quei fatti, ma che apre anche tanti interrogativi sull’operato che Caldarozzi andrà a svolgere: «Quanto potrà essere affidabile una persona colpevole e condannata per aver prodotto false prove a difesa di torturatori? E quali garanzie fornirà allo Stato Italiano nella lotta alla criminalità organizzata?».

Felice anno nuovo.
Firmato: Minniti

domenica 24 dicembre 2017

Banca Valsabbina augura un buon natale. Ma gli auguri non ripuliscono la coscienza dal business delle armi

Dal 2015 al 2016, il valore delle transazioni bancarie legate all’export definitivo di armamenti è passato da 4 miliardi a 7,2 miliardi del 2016 (+80%), frutto di 14.134 segnalazioni, rispetto alle 12.456 dell’anno precedente. Un boom ancora più evidente confrontando i dati del 2014: +179% per un totale di 2,5 miliardi di euro, nel 2014.

La banca con il valore maggiore di transazioni è Unicredit, ma l’exploit è della brescianissima Banca Valsabbina con sede a Vestone. Dal 2015 al 2016 le transazioni armate della banca nostrana sono cresciute del 763,8% passando da 42,7 milioni di euro a 369 milioni.

Cifre impressionanti che la Banca Valsabbina ha raggiunto grazie ai rapporti con la R.W.M. Italia. La R.W.M. Italia ha sede a Ghedi ed è un’azienda controllata dal colosso tedesco delle armi Rheimetall. Presso lo stabilimento di Ghedi, la R.W.M. Italia produce le bombe MK 80: ordigni che sono venduti all’Arabia Saudita e impiegati dall’aeronautica militare in operazioni militari e bombardamenti che hanno devastato diversi centri abitati in Yemen.
Bombardamenti espressamente vietati dalle convenzioni internazionali e che per molti rappresentano veri e propri crimini di guerra.

Ecco, forse prima di augurare buone feste, cara Banca Valsabbina, sarebbe meglio rivedere la politica aziendale. Un augurio di serenità in più non salverà nessuno nel mondo e nemmeno basterà a ripulire la coscienza sporca di chi si rende complice dello sterminio di vite innocenti.