giovedì 26 giugno 2014

Povero Marcello, in carcere perché mafioso, ha bisogno di libri e affetto

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Marcello Dell'Utri è un mafioso e non merita nessuna solidarietà, specialmente da un quotidiano nazionale

Marcello Dell'Utri, l'ex braccio destro di Berlusconi e principale artefice della nascita di Forza Italia negli anni '90, è detenuto nel carcere di Parma e qualche giorno fa ha minacciato uno sciopero della fame qualora non avesse ricevuto più libri da leggere perché secondo l'ex Senatore di Forza Italia "Nelle carceri un problema grosso è la noia. Va bene espiare la pena. La tortura psicologica no, non è tollerabile". 
La protesta è stata accolta dalla direzione del Penitenziario di Parma che gli ha concesso di tenere più libri in cella. Dell'Utri sta meglio e spera di ricevere altri libri e siccome la noia è davvero tanta ecco che dalle pagine del quotidiano Il Corriere della Sera spunta una pagina a sostegno del povero Marcello.
La pagina, voluta dalla moglie, ha una scritta nera al centro e attorno ai molti messaggi giunti da amici, collaboratori ed ex dipendenti di Publitalia e Fininvest.
Tanti messaggi diversi, da chi scrive di conoscerlo da quando aveva 7 anni e chi ha lavorato al suo fianco per 30 anni, tutti accomunati dalla solidarietà nei suoi confronti.
Personalmente ritengo scandaloso che uno dei maggiori quotidiani nazionali possa pubblicare una pagina di solidarietà nei confronti di un mafioso. Sì, un mafioso, perché Dell'Utri è stato condannato in via definitiva a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Non è stato prosciolto ma è stato condannato ed è un mafioso a tutti gli effetti.
Ritengo che questo episodio sia davvero molto grave e per quanto mi riguarda non comprerò più il Corriere della Sera perché una delle testate più importanti d'Italia non solo ha il compito di informare correttamente ma dovrebbe anche avere un dovere etico e morale nei confronti dei suoi lettori.
 Ritengo inoltre che leggere certi attestati di solidarietà direttamente dalle pagine dei quotidiani nazionali sia un insulto per tutte le vittime di mafie e per tutti i loro parenti. Per questi motivi mi auguro che il direttore Ferruccio de Bortoli rimedi immediatamente a questo insulto perché "La tortura psicologica no, non è tollerabile".

sabato 21 giugno 2014

Emergenza lavoro: servono nuovi posti, non 80 euro


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Il numero di disoccupati è in aumento mentre il tasso dell'occupazione raggiunge il 40,2%. Occorre rivedere il mercato del lavoro per far fronte alla crisi


I numeri riportati nel rapporto annuale 2014 dell’Istat sono sconvolgenti ed evidenziano un quadro occupazionale disastroso.
Dall’inizio della crisi il numero di disoccupati in Italia è raddoppiato (3 milioni 113 mila unità nel 2013) e in quasi sette casi su dieci l`incremento è dovuto a quanti hanno perso il lavoro, con l`incidenza di ex-occupati che arriva al 53,5%.
Il tasso di occupazione scende al 55,6% nel 2013, rispetto al 58,7% del 2008. Nelle regioni del Mezzogiorno il tasso di occupazione scende al 42%, a fronte del 64,2% delle regioni settentrionali e del 59,9% di quelle del Centro. In totale l’occupazione é diminuita di 478 mila unità mentre il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere fino al 12,2%.
I giovani sono i più colpiti dalla crisi: i 15-34enni occupati diminuiscono, fra il 2008 e il 2013, di 1 milione 803 mila unità. In calo anche il tasso di occupazione che scende dal 50,4% del 2008 all`attuale 40,2%, mentre cresce la percentuale di disoccupati, da 6,7% a 12%.
La diminuzione dell’occupazione ha riguardato in particolare i contratti a termine (-6,1%). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) é cresciuto fortemente nell’anno toccando il 40% e l’incidenza della disoccupazione di lunga durata (la quota di disoccupati in cerca di lavoro da più di un anno) é salita al 56,4%.
I numeri sono davvero preoccupanti ed è su questi dati che il Governo dovrebbe lavorare e impegnarsi per dare delle risposte serie a milioni di famiglie sempre più in difficoltà a causa della crisi. I tanto sbandierati 80 euro in più in busta paga sono sicuramente utili ma per poterne usufruire occorre avere un lavoro quindi è necessario un serio ripensamento del mercato del lavoro. Per esempio prendendo in considerazione l’idea del lavorare meno ma lavorare tutti oppure tornare ad abbassare l’età pensionabile favorendo l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani che, come dimostrano le statistiche, sono i più colpiti dalla crisi.

mercoledì 18 giugno 2014

Buon lavoro al nuovo gruppo europeo della Sinistra Unitaria Europea (GUE/NGL)

Il nuovo gruppo europeo del GUE/NGL è stato ufficializzato nei giorni scorsi a Bruxelles e sarà composto da 52 membri appartenenti a 18 schieramenti di 13 paesi diversi. 
La Spagna è il paese con il maggior numero di eletti, 11, di cui 5 appartenenti a Izquierda Unida, 5 a Podemos e 1  a Euskal Herria Bildu. La Grecia è l'unico paese europeo in cui il partito vincitore delle elezioni è aderente al gruppo, ovvero Syriza. Dopo cinque anni di assenza, tornano a sedere nel gruppo i rappresentanti della sinistra italiana, grazie al 4% ottenuto dalla lista L'Altra Europa con Tsipras.
Il gruppo è presieduto prima da Lothar Bisky e dalla Presidente Gabriele Zimmer, entrambi esponenti della Linke. I Vice-Presidenti, invece, sono: João Ferreira, Mikael Gustafsson, Takis Hadjigeorgiou, Patrick Le Hyaric, Kartika Liotard e Miloslav Ransdorf.

Ecco i nomi delle compagne e dei compagni che comporranno il gruppo:

- In rappresentanza di Cipro ci sono Takis Hadjigeorgiou e Neoklis Sylikiotis per l'AKEL.

- In rappresentanza della Repubblica Ceca ci sono Kateřina Konečná, Jiří Maštálka e Miloslav Ransdorf per il KSČM - Komunistická strana Čech a Moravy.

- In rappresentanza della Danimarca c'è Rina Ronja Kari per il Folkebevægelsen mod EU.

- In rappresentanza della FInlandia c'è Merja Kyllönen per il Vasemmistoliitto.

- In rappresentanza della Francia ci sono Patrick Le Hyaric, Jean-Luc Mélenchon, Younous Omarjee e Marie-Christine Vergiat per il Front de Gauche pour changer d'Europe.

- In rappresentanza della Germania ci sono Gabi Zimmer, Thomas Händel, Cornelia Ernst, Helmut Scholz, Sabine Lösing, Fabio De Masi e Martina Michels per la Die Linke e Stefan Bernhard Eck per il PARTEI MENSCH UMWELT TIERSCHUTZ.

- In rappresentanza della Grecia ci sono Manolis Glezos, Sofia Sakorafa, Dimitris Papadimoulis, Konstantinos Chrysogonos, Konstantina Kuneva e Giorgos Katrougalos per ΣΥ.ΡΙΖ.Α..

- In rappresentanza dell'Irlanda ci sono Martina Anderson, Liadh Ní Riada, Lynn Boylan, Matt Carthy e l'indipendente Luke 'Ming' Flanagan per il Sinn Féin Ireland.

- In rappresentanza dell'Italia ci sono Eleonora Forenza, Barbara Spinelli e Curzio Maltese per L'Altra Europa con Tsipras.

- In rappresentanza dell'Olanda ci sono Cornelis de Jong e Anne-Marie Mineur per l'SP e Anja Hazekamp per il Partij voor de Dieren.

- In rappresentanza del Portogallo ci sono João Ferreira, Inês Zuber e Miguel Viegas per il PCP e Marisa Matias per il Bloco Esquerda.

- In rappresentanza della Spagna ci sono Willy Meyer, Paloma López, Marina Albiol Guzmán, Lidia Senra e Ángela Rosa Vallina per la Izquierda Unida; Pablo Echenique, Pablo Iglesias, Carlos Jiménez Villarejo, Teresa Rodríguez e Lola Sánchez Caldentey per Podemos e Josu Juaristi per l'Euskal Herria Bildu.

- In rappresentanza della Svezia c'è Malin Björk per il Vänsterpartiet.

Auguro buon lavoro alle eurodeputate e agli eurodeputati affinché il loro impegno possa servire alla costruzione di un'altra Europa fondata sull'uguaglianza, pace e solidarietà e che si batta contro il razzismo, la finanza e l'austerità.

giovedì 12 giugno 2014

Ecomafie: presentato a Roma il Rapporto Ecomafia 2014 di Legambiente

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29.274 sono le infrazioni penali accertate, 28.360 le persone denunciate sono 28.360 e 2.318 i sequestri. La media è di 80,2 reati al giorno, vale a dire 3,3 reati ogni ora

Nella giornata di mercoledì 11 giugno, è stato presentato alla Camera il rapporto annuale di Legambiente sulle ecomafie.
”Sarà difficile istituire inchieste e colpire gli ecocriminali senza l’approvazione della legge che inserisce i reati ambientali nel codice penale”, dice il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, il quale rileva anche come sia necessaria una legge contro la corruzione perché “i reati ambientali e la corruzione sono strettamente connessi”.

29.274 sono le infrazioni penali accertate, 28.360 le persone denunciate sono 28.360 e 2.318 i sequestri. La media è di 80,2 reati al giorno, vale a dire 3,3 reati ogni ora.
 La regione con la più elevata percentuale d’infrazioni accertate è la Campania (16,1%), seguita dalla Sicilia (12,2%), Puglia (10%) e Calabria (8,6%). Al centro Italia è, invece, la regione Lazio (7,1%) mentre al nord la Liguria (4,9%.)

Il settore maggiormente infiltrato dalla criminalità è il ciclo alimentare (25%), seguito dai delitti contro gli animali e la fauna selvatica (22%). Il ciclo dei rifiuti è la terza attività (15%) mentre il ciclo del cemento rappresenta il 14%. In calo gli incendi dolosi colposi che sono scesi all’8%.
In aumento i reati nel ciclo dei rifiuti che passano da 5.025 a 5.744, + 14,3%, con 6.971 denunce (+ 15,9%) e 90 arresti: (+3,4%). In aumento anche i reati contro la fauna (infrazioni per commercio illegale di specie protette, abigeato, bracconaggio, allevamenti illegali, pesca di frodo, maltrattamenti e combattimenti clandestini), saliti a 8.504 totali, più 6,6%. Altro dato preoccupante riguarda il settore agroalimentare che dai 4.173 reati del 2012 passa a ben 9.540 con il raddoppio delle denunce e 57 persone arrestate.

Nel complesso, il 47% dei reati ambientali è avvenuto in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Regioni dove si registra anche il record delle persone denunciate (4.072), degli arresti (51), e dei sequestri (1.339).

I numeri e i dati presenti nel rapporto di Legambiente sono sconvolgenti ed evidenziano in maniera chiara e precisa come le mafie investano fortemente nel settore ambientale che rappresenta sempre di più una ricca fonte d’investimento e guadagno.

mercoledì 11 giugno 2014

Ciao Compagno Enrico

"E ora compagne e compagni, vi invito a impegnarvi tutti, in questi pochi giorni che ci separano dal voto, con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato nei momenti cruciali. Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo… è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà".

Sono le parole di Enrico Berlinguer, pronunciate a Padova sul palco di Piazza della Frutta di Padova il 7 giugno del 1984, durante il comizio di chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee. 
A trent'anni dalla tua morte, le tue parole risuonano ancora oggi, profonde e attuali più che mai. In molti utilizzano le tue parole senza esserne degni, e magari tra questi ci sono anch'io. Quello che mi sento di dire oggi è che avrei voluto fare politica, guidato e ispirato da una persona del tuo spessore morale e politico. Quello che mi sento di dire oggi è che m'impegnerò a mettere in pratica il tuo esempio. 

Ciao Compagno Enrico

martedì 10 giugno 2014

Processo "Infinito": la Cassazione conferma la sentenza

Foto del summit che la 'ndrangheta teneva nel 
circolo "Falcone e Borsellino" di Paderno Dugnano
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E pensare che fino a pochi anni fa c'era chi negava la presenza mafiosa al nord

In Lombardia "è ben radicata e diffusa" quella che si può definire la '''ndrangheta padana", in parte autonoma dalla casa madre calabrese e che opera nella "diffusa omertà che porta le vittime a subire senza denunciare, a nascondere piuttosto che a rivelare". Sono queste le parole utilizzate dai giudici della prima sezione della Corte d'appello di Milano nelle oltre 1.700 pagine di motivazioni della sentenza "Infinito-Crimine" e che il 6 giugno sono state confermate dalla Corte di Cassazione.
Con la sentenza della Cassazione si chiude quindi il primo filone dell'operazione antimafia più importante della Lombardia che nel luglio 2010 portò all'arresto di 310 persone, 154 in Lombardia e 156 in Calabria. 
Dalla sentenza si evince come la 'ndrangheta avesse praticamente colonizzato la Lombardia, in tutti i settori fino ad arrivare alle istituzioni pubbliche, alle Aziende Sanitarie Locali (Asl), ai Consigli comuni e quelli regionali. Secondo i giudici "una vera e propria metastasi, una realtà conclamata e capillare". La 'ndrangheta operava in Lombardia come in Calabria, suddivisa in 17 "locali" (Milano, Cormano, Bollate, Bresso, Corsico, Legnano, Limbiate, Solaro, Pioltello, Rho, Pavia, Canzo, Mariano Comense, Erba, Desio e Seregno) e manteneva un legame forte con la madre patria la Calabria. Chi si opponeva alle decisioni o si dimostrava troppo ambizioso e aspirava a una "'ndrangheta padana" distaccata da quella calabrese veniva ucciso, come accadde a Carmelo Novella, ucciso dalla 'ndrangheta reggina nel 2008 in un bar di San Vittore Olona.
La sentenza della Cassazione lascia spazio a poche interpretazioni e conferma, come se ce ne fosse bisogno, la presenza massiccia della 'ndrangheta in Lombardia. E pensare che fino a pochi anni fa c'era chi negava la presenza mafiosa al nord, come l'ex Sindaco di Milano, Letizia Moratti, che nel 2009 dichiarò in diretta televisiva che a Milano la mafia non esiste, oppure come l'ex Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, che nel 2010, durante l'audizione della Commissione parlamentare sul crimine organizzato, affermò anch'egli la non presenza della mafia in Lombardia.
Bene. Ora, forse, grazie alla sentenza confermata del processo "Infinito", la mafia in Lombardia non potrà più essere negata da nessuno e finalmente, anche al nord, si potrà fare antimafia cominciando proprio dalla non negazione del fenomeno.

domenica 8 giugno 2014

Nonostante la Spinelli, continuo e continuerò a credere a una sinistra nuova e moderna

Nelle ultime due settimane, dopo le elezioni europee, all'interno della sinistra, dei comitati per Tsipras e dei movimenti e partiti che li componevano, ha tenuto banco la vicenda legata alla decisione di Barbara Spinelli di accettare o no il seggio al Parlamento Europeo.
La decisione tanto attesa e che ha contribuito a molti mal di pancia è arrivata ieri sera poco dopo le 20 e di certo non aiuterà a placare gli animi già in subbuglio. Sì perché Barbara Spinelli, nonostante campagna elettorale avesse sempre detto di rinunciare al seggio in caso di una sua elezione, ha accettato di sedersi tra i banchi di Bruxelles. 
Una scelta che ritengo sbagliata e che non condivido assolutamente per alcune semplici ragioni che proverò a spiegare. Personalmente ritengo che la parola abbia un valore molto importante e mi piacerebbe che chiunque mi rappresenti, rispettasse e onorasse la parola data senza dietrofront repentini. Siccome si è sempre bravi a criticare gli altri politici quando non mantengono le promesse elettorali, gradirei che, almeno noi a sinistra, tenessimo fede agli impegni presi. Sono contrario, inoltre, perché la scelta di accettare il seggio europeo rappresenta una mancanza di coerenza che tradirebbe la fiducia dei tanti cittadini che hanno riposto la loro fiducia nella lista. Non condivido la scelta della Spinelli perché é arrivata in solitaria senza un confronto con la base grazie alla quale la lista ha potuto superare lo sbarramento. Non sono d'accordo perché con la sua decisione arrivata da Parigi, ha mancato di rispetto alle tante persone che ieri erano riunite a Roma in occasione dell'assemblea dei comitati per Tsipras. Il progetto della lista era di ritrovare un'unione a sinistra con l'obiettivo e la speranza di poter costruire un progetto collettivo anche dopo il 25 maggio quindi una decisione presa in totale solitudine senza un confronto con i comitati va assolutamente contro quei principi. 
Nonostante la Spinelli, continuo e continuerò a credere a una sinistra nuova e moderna. Mi permetto di concludere utilizzando le stesse parole del Coordinatore nazione di Sinistra Ecologia Libertà, il compagno Nicola Fratoianni, che condivido e faccio mie: "Continuerò a battermi perché Sel contribuisca alla costruzione di una sinistra più grande e più forte. Capace di misurarsi con l'innovazione e col mondo".

lunedì 2 giugno 2014

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro

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Il lavoro è la pre-condizione della democrazia di conseguenza non può esistere la democrazia senza il lavoro

La Costituzione italiana è stata pensata e scritta in maniera chiara e inequivocabile e gli articoli che la compongono lasciano spazio a ben poche interpretazioni. Il lavoro è l'elemento fondante della Costituzione e non a caso è citato nel primo articolo: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro". 

Il lavoro é concepito come condizione di una "esistenza libera e dignitosa" (art. 36) ed è attraverso di esso che i cittadini danno il loro contributo alla collettività e possono perseguire il bene comune. Il lavoro rende l'uomo parte integrante della società ma il "solo" lavorare non è sufficiente.  Per far sì che l'uomo possa essere parte integrante della cittadinanza è necessario che il lavoro sia libero e sicuro ed è per questo, infatti, che l'articolo 3, comma 2 stabilisce che "E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Inoltre, "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto" (art4, comma 1) e sancisce che "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società" (art. 4, comma 2).

Il lavoro, quindi, è la pre-condizione della democrazia di conseguenza non può esistere la democrazia senza il lavoro. Ecco, questo è uno dei principi che mi porta a impegnare ogni giorno le mie energie per il bene della collettività perché se la collettività vive e prospera in armonia, anch'io potrò trarne beneficio.