lunedì 25 aprile 2016

Buon 25 aprile dedicato a chi lotta ancora oggi, ogni giorno

Il 25 aprile è la Festa della Liberazione e se oggi possiamo festeggiarla, o anche avere la libertà di non farlo, è grazie a chi durante la seconda guerra mondiale durante il dominio nazi-fascista ha scelto di lottare per difendere i diritti e la libertà di un intero popolo. Grazie quindi ai partigiani, tutti, uomini e donne, che in modi diversi hanno combattuto e resistito e hanno aiutato le truppe Alleate e liberare l'Italia.

Ma oggi esistono ancora i partigiani, nel vero e proprio senso del termine, coloro che hanno scelto con coraggio da che parte stare?

Io dico sì e il primo pensiero non può che ricadere sul mio grande amico Gianluca Maria Calì. Un cittadino come tanti, lavoratore e padre di famiglia, ma con una "grande colpa": essere onesto in un mondo di disonesti.
La storia di Gianluca l'ho già raccontata qualche anno fa (Gianluca Maria Calì, una vita contro Cosa Nostra) quando lo conobbi per la prima volta, ma non mi stancherò mai di parlare di lui e del suo impegno.

Gianluca ha una forza di vita che mai ho visto in altre persone, ma purtroppo in quest'ultimo periodo è stato chiamato a lottare ancora, un'altra ennesima volta. Stavolta però, il "nemico" non è la mafia, ma colui che dovrebbe difenderti: lo Stato e la sua burocrazia.

Gianluca Maria Calì, è stato riconosciuto dallo Stato nei primi giorni di Marzo "vittima di mafia", e quindi ha il diritto di ottenere una sospensione degli oneri tributari (l. 44/1999) e di un risarcimento in base ai danni quantificati subiti. Ora si trova in crisi economica dovuta ai vari attentati alla sua concessionaria di Casteldaccia ed è alle prese con pignoramenti dei suoi beni da parte dell’agenzia delle entrate che potrebbero costringerlo a chiudere definitivamente tutte le sue attività. Nonostante ciò, da parte dello Stato non sono ancora arrivati né la sospensione degli oneri e nemmeno una parte del risarcimento dovuto come prevede la legge.

Dopo aver resistito ai duri colpi della mafia, Gianluca rischia di cedere per l'inadeguatezza di un sistema burocratico arretrato che non difende i suoi cittadini migliori, ma gli complica la vita.

In merito a questa situazione è stata presentata un'interrogazione a risposta scritta che ora è al vaglio degli organi parlamentari competenti, ma c'è anche una petizione online che è possibile firmare per sostenere Gianluca e provare a rompere il muro di silenzio che ruota attorno a quest’assurda vicenda.
La petizione potete trovarla qui e vi invito a mandarla ai vostri contatti. 

Caro amico Gianluca, sarò sempre con te, con la tua famiglia e a fianco della tua lotta di liberazione da tutte le mafie!!

sabato 16 aprile 2016

Referendum sulle trivelle: domenica 17 aprile andiamo tutti a votare!!

Domenica 17 aprile, noi tutti siamo chiamati alle urne per il referendum sulle trivelle. Andare a votare sarà fondamentale non solo per la riuscita del referendum, ma soprattutto perché c'è in gioco la nostra salute e quella di tutte le generazioni future. Sì, perché l'ambiente appartiene a tutti e ognuno di noi ha il compito di salvaguardarlo.

Il referendum in questione chiede che se vogliamo fermare i giacimenti in attività lungo le coste italiane quando scadranno le loro concessioni.

Votare è semplice, basta porre una croce sul SI' se si vuole impedire la costruzione di nuove trivelle, oppure sul NO se si è favorevoli.

Io voterò convintamente SI' per le seguenti ragioni:

1) L'estrazione di petrolio non serve al nostro fabbisogno energetico. 
Infatti, la trivellazione non risolverà i nostri problemi energetici visto che le riserve certe nei mari italiani equivalgono a 6-7 settimane di consumi nazionali di petrolio e 6 mesi di gas.

2) Occorre ripensare a una seria politica energetica. 
Non è più possibile insistere sulle energie fossili, è necessario investire sulle energie alternative e rinnovabili. Investire risorse sulle rinnovabili vuol dire creare migliaia di posti di lavoro e contribuirebbe a diminuire l'inquinamento;

3) Danni ambientali enormi.
Il Mare Adriatico e il Mar Mediterraneo non sono mari aperti, perciò un eventuale danno comprometterebbe irrimediabilmente l'ecosistema marino.

4) Rischi per la fauna.
Per la scansione dei fondali viene utilizzato l’air gun, spari di aria compressa che generano onde che “leggono” il sottosuolo. Alcuni cetacei e alcune specie di pesce vengono danneggiati con lesioni e perdita dell’udito a causa dell’air gun. 

5) Votare è un mio diritto e dovere.
Votare è un diritto/dovere acquisito grazie alla lotta di tanti nostri nonni che hanno anche sacrificato la loro vita.
Inoltre, come diceva Paolo Borsellino: "Il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano."

sabato 9 aprile 2016

Eluana Englaro aveva il diritto di morire in Lombardia. Regione condannata dal TAR al risarcimento

Per un padre che perde la figlia, forse non si può parlare di giustizia, ma una cosa è certa: i diritti di Eluana Englaro sono stati calpestati e ora non si tratta più di un'opinione ma di una sentenza del TAR scritta nero su bianco. La Regione Lombardia, infatti, è stata condannata a risarcire la Famiglia Englaro per non avere dato la possibilità al padre Beppino di esaudire la richiesta della figlia, ossia staccare i macchinari che la tenevano in vita artificialmente. I genitori di Eluana furono così costretti a recarsi presso la clinica "La Quiete" di Udine e ora, per questa ragione, la Regione Lombardia governata all'epoca da Formigoni è stata condannata.
Scrive il TAR: “In ragione di ciò la vita familiare, già sconvolta da fondamentali e radicali cambiamenti dello stile di vita, è stata ulteriormente turbata dall’ostruzionismo della Regione Lombardia: si è impedito quindi al ricorrente di dare seguito alla volontà della figlia di non continuare a vivere quello stato di incoscienza permanente, essendo stata accertata con le più volte citate pronunce giurisdizionali – rese sia in sede civile che amministrativa e passate in giudicato – l’incompatibilità di uno stato vegetativo con lo stile di vita e i convincimenti profondi riferibili alla persona, correlati ai fondamentali diritti di autodeterminazione e di rifiutare le cure”.

La battaglia civile per riconoscere a ogni cittadino il diritto sul proprio fine vita è ancora lunga e tanti altri ostacoli dovranno essere affrontati, ma grazie a questa sentenza si lotterà con qualche speranza in più.

mercoledì 6 aprile 2016

No alla mafia sulla tv di Stato!!

Apprendo che questa sera il figlio del boss di cosa nostra, Totò Riina, sarà ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta su Rai Uno, la tv di Stato. Il figlio di Riina presenterà il suo libro con lo scopo dichiarato di ridare dignità alla sua famiglia.
Provo profondo sdegno per tutto questo. Siamo un Paese vittima della mafia e nonostante questo ci sono "giornalisti" che prestano il fianco alla mafia alimentando il mito dei falsi uomini d'onore.
Bruno Vespa, tra l'altro, si dimostra recidivo visto che la scorsa estate aveva fatto transitare nel suo salotto anche i famigliari di Casamonica, noto clan criminale romano.

Occorre combattere la mafia in tutti i modi e attaccarla sul piano culturale. Noi cittadini siamo chiamati a questo e non possiamo permetterci di legittimare che le presta il consenso.