lunedì 23 luglio 2012

Non Intitolare la biblioteca comunale a Giannetto Valzelli è uno schiaffo ai cittadini e alla memoria di Giannetto Valzelli, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

La politica è davvero distante anni luce dai cittadini? A Borgosatollo sicuramente sì!! Perchè dico questo? La giunta di Borgosatollo se ne frega di di una proposta popolare, accompagnata da oltre 500 firme degli abitanti di Borgosatollo, per intitolare la Biblioteca comunale a Giannetto Valzelli. Un cittadino di Borgosatollo che non hai mai dimenticato le sue origini ed è sempre stato affezionato alla sua terra. Giornalista e scrittore stimato e riconosciuto non solo a Brescia, fondatore del quotidiano locale "Bresciaoggi" e partigiano della "Resistenza". Ma tutto questo non importa. La biblioteca deve essere un luogo di condivisione, non può dividere dice l'Assessore alla Cultura di Borgosatollo, Sabino Zarrella. Già, i valori che ispirarono la Resistenza dividono, meglio il fascismo per alcuni. Una biblioteca comunale senza nome da sempre, ora è al centro del dibattito per la sua intitolazione. Guardacaso giusto dopo la proposta, con firme, dell'A.N.P.I.. L'idea dell'Assessore "tuttofare" Sabino Zarrella è creare un luogo in cui tutti i cittadini possano sentirsi rappresentati. Ha quindi pensato di dedicare la biblioteca a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, magistrati uccisi da Cosa Nostra nel '92 durante il periodo della trattativa Stato-Mafia. Come tutti sappiamo, i due magistrati hanno lavorato duro, lottato per la libertà della loro terra, sempre con la schiena dritta. Un pò come fece Giannetto Valzelli durante la Resistenza e del resto come fece in tutta la sua vita, esprimendo sempre il suo parere, difendendo le proprie idee, a volte pagando anche le sue scelte sulla sua vita e sulla sua carriera. Piccolo appunto: "anche Salvatore Borsellino (fratello di Paolo) si definisce un partigiano della libertà".Personalmente faccio antimafia attiva con associazioni dall'età di 20 anni. Ora, mentre scrivo questoarticolo, mi trovo in Sicilia, nella terra dei miei parenti nonchè di Falcone e Borsellino. Il 19 luglio ho anche partecipato alla manifestazione di Via D'Amelio in ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Fabio Li Muli, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina. Dovrei essere più che felice nel vedere la biblioteca del mio paese intitolata a due simboli dell'antimafia come Falcone e Borsellino. Eppure no, non sono per niente contento. Purtroppo i nomi di questi due personaggi sono stati utilizzati troppe volte solo per interessi personali. Ritengo che utilizzare il loro nome per fingere di essere dei paladini dell'antimafia e per far credere di ispirarsi ai loro valori ed ideali solo per farsi belli davanti alla gente, sia davvero grave. Fingere di avere come esempio di vita i due magistrati ammazzati da Cosa Nostra e poi, a pochi giorni dell'evento di Miss Ciclismo, chiedere che vengano riservati dei posti perchè qualcuno ha dei favori da restituire, mi sembra davvero un enorme controsenso. Un altro controsenso è anche rifiutare una proposta cittadina di oltre 500 firme. Tramite facebook apprendo la notizia che entro la fine dell'anno dovrebbe avvenire l'intitolazione della biblioteca e così mi chiedo che senso abbia scrivere lettere al comitato per l'intitolazione della biblioteca comunale di Borgosatollo a Giannetto Valzelli se l'Assessore "tuttofare" Sabino Zarrella ha già preso la sua irrevocabile decisione? Dove sta il coinvolgimento della popolazione e soprattutto dove sono i famosi "ponti" per il dialogo che l'Assessore dice di costruire? Sono convinto che Falcone e Borsellino non avrebbero di certo gradito sapere che i loro nomi sarebbero stati utilizzati per strumentalizzare una proposta popolare, come sono altrettanto certo che avrebbero apprezzato la forza morale che contraddistingueva Giannetto Valzelli. Vedremo. Mi auguro solo che questa vicenda possa concludersi per il meglio. Dimenticavo di dire che su facebook non ho pubblicato alcun commento al post citato sopra perchè è stato scritto dal democratico e ciellino Assessore ai Servizi Sociali, Manolo Salvi, il quale mi ha eliminato da facebook in seguito a dei miei commenti che non ha gradito.

venerdì 20 luglio 2012

19 luglio 1992 - Dopo vent'anni siamo ancora al buio

"Siamo entrati nella stanza della verità ma l'abbiamo trovata al buio" - Antonio Ingroia

La storia d'Italia è stata più volte segnata da eventi tragici e drammatici. Penso alla strage di Piazza Fontana a Milano, a quella della Stazione di Bologna, Portella della Ginestra, Piazza della Loggia e tante altre. Ognuna di queste stragi resta ad oggi irrisolta. Irrisolte come le vicende sanguinose dei primi anni '90, che hanno segnato il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Il 23 maggio 1992 morivano Giocanni Falcone, la moglie Giovanna Morvillo e gli agenti della sua scorta. Dopo soli 57 giorni l'amico/fratello Paolo Borsellino veniva barbaramente ucciso, fatto saltare in aria con un'enorme quantità di semtex (non il classico tritolo utilizzato dalla mafia, ma bensì un esplosivo militare). Con Paolo Borsellino, quel giorno, persero la vita anche gli agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Fabio Li Muli, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina. Sono trascorsi 20 lunghi anni da allora, ma i familiari delle vittime stanno ancora attendendo di conoscere la verità su quanto accadde davvero in quei terribili 57 giorni. Il giudice Borsellino è stato ucciso perchè venne considerato un ostacolo per la trattativa Stato-mafia. Una trattativa, come accertato dalle sentenze, condotta da alti esponenti delle Istituzioni e dai boss di Cosa Nostra dell'epoca. Una trattativa terminata o ancora in atto? Il pm Ingroia sostiene che siamo ancora al buio, ma una flebile speranza a tutte le persone che chiedono a gran voce la verità la stanno fornendo proprio i magistrati Ingroia, Di Matteo, Scarpinato e Gozzo che, seppur da diverse Procure, stanno lavorando per fare luce su quanto avvenne in quei terribili mesi.