lunedì 27 gennaio 2014

Ricordare è un dovere affinché il passato non diventi più presente

Scritto e pubblicato

"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario". Primo Levi

Oggi, 27 gennaio, si celebra la Giornata della Memoria e si commemorano tutte le vittime dell'Olocausto. La data del 27 gennaio è stata scelta anche per ricordare il giorno in cui le truppe sovietiche dell'Armata Rossa giunsero ad Auschwitz e scoprirono l'orrore del campo di concentramento. Al loro arrivo poterono liberare solo pochi superstiti perché pochi giorni prima l'esercito Nazista, ormai vicino alla sconfitta, si ritirò proprio ad Auschwitz dove uccise gli ultimi prigionieri. La liberazione di Auschwitz mostrò al mondo intero la tragicità e le barbarie che venivano commesse all'interno di quel luogo. Solo allora, colpevolmente, milioni di persone aprirono gli occhi.
Su questo triste giorno esistono numerosi scritti ed è giusto che siano letti e riletti nel tempo. Con questo breve post voglio solo esprimere la mia indignazione per quanto accaduto. In quei tristi anni l'umanità è stata completamente cancellata ma purtroppo, ancora oggi, c'è chi rimpiange quei giorni e vorrebbe rievocarli, come se uccidere delle persone innocenti sia un atto nobile e valoroso. Questo mio post lo scrivo anche per questo. Ricordare è un dovere di tutti, nessuno escluso. Dal passato dobbiamo imparare a non ripetere più certi orrori e nel presente dobbiamo mantenere viva la capacità d’indignazione.
Spesso il silenzio e le immagini contano molto di più di mille parole, allora termino postando la parte finale del film "La vita è bella" di Roberto Benigni che grazie alla sua bravura è riuscito a trasmettere con semplicità un dolore che ha segnato per sempre la storia dell'umanità.

sabato 25 gennaio 2014

Il problema della nuova legge elettorale non sono le preferenze. Il problema è etico e morale


Scritto e pubblicato

Scrivere una legge elettorale con un condannato in via definitiva, nonché interdetto dai pubblici uffici, è fuori da ogni logica democratica ed è un insulto ai cittadini onesti.

Sabato 18 gennaio c'è stato l'incontro "storico", ma che io definisco scabroso, tra il Segretario del Pd Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. I temi che i due leader hanno trattato durante l'incontro sono stati diversi, dalla trasformazione del Senato alla riforma del titolo quinto della Costituzione ma soprattutto hanno discusso della nuova legge elettorale. 
Ed è proprio su quest'ultimo argomento che si è concentrata la massima attenzione mediatica e politica nel corso di tutta la settimana. Editoriali, rubriche, interviste e servizi tv per spiegare, o quantomeno per provarci, in cosa consiste l'intesa raggiunta da Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale che dovrà andare a sostituire quella attuale, meglio conosciuta come "porcellum", che è stata considerata parzialmente incostituzionale dalla Corte di Cassazione, precisamente per la mancanza di preferenze e il premio di maggioranza. 
Tante sono state anche le dichiarazioni e i pareri dei parlamentari e dei maggiori opinionisti esperti di politica, chi favorevole all'intesa e chi contrario, chi vorrebbe le preferenze e chi non le vorrebbe, chi a favore dello sbarramento all'8% (al 4% se in coalizione) e chi le vorrebbe più basse. 
Insomma, per quanto mi riguarda si è discusso di tutto e di niente. Proprio così, di niente. Personalmente credo che il problema da sollevare non si debba cercare tra i tecnicismi di un'idea di legge ma si debba cercare nel valore etico e morale dell'intero colloquio avuto tra Renzi e Berlusconi.
In un solo pomeriggio sono state sovvertite le regole democratiche e il buon senso. Si è discusso di riforma della legge elettorale nella stanza privata di un partito senza che ci fosse mai stato un passaggio ufficiale in Parlamento. Qui nasce la mia prima obiezione: se un argomento così importante viene affrontato in prima battuta in privato e solo successivamente viene discusso nella rispettiva Commissione Parlamentare, mi chiedo: "Ma allora il Parlamento e le sue Commissioni che funzioni hanno? Qual'è il compito dei parlamentari se non discutono nemmeno della futura legge che stabilirà come essere eletti in Parlamento?"
La seconda obiezione, quella più importante, riguarda l'interlocutore di Renzi, vale a dire Silvio Berlusconi. Meno di due mesi fa, il Senato della Repubblica ha approvato la decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi, applicando una sentenza di condanna emessa  il primo agosto dalla Cassazione per il processo Mediaset. La sentenza confermata in via definitiva prevede 4 anni di reclusione e una pena accessoria (rideterminata dalla Corte d'Appello di Milan) pari a 2 anni di interdizione dai pubblici uffici. 
L'articolo del Codice Penale che fariferimento all'interdizione è l'art. 28, articolo che Renzi avrà sicuramente letto ma forse è il caso di ricordarglielo:  

L'interdizione dai pubblici uffici [c.p. 19, n. 1] è perpetua o temporanea [c.p. 29, 37, 79; c.p.p. 662].
L'interdizione perpetua dai pubblici uffici, salvo che dalla legge sia altrimenti disposto, priva il condannato:
1. del diritto di elettorato o di eleggibilità in qualsiasi comizio elettorale, e di ogni altro diritto politico;
2. di ogni pubblico ufficio, di ogni incarico non obbligatorio di pubblico servizio, e della qualità ad essi inerente di pubblico ufficiale [c.p. 357] o d'incaricato di pubblico servizio [c.p. 358];

Ecco… dopo la sentenza approvata dalla Cassazione, dopo la decadenza da Senatore e dopo aver letto bene cosa significhi essere interdetto dai pubblici uffici, mi chiedo come sia possibile continuare a ritenere Berlusconi un interlocutore politico e soprattutto come si possa pensare di scrivere una legge elettorale con un condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione. Anche il solo parlare di legge elettorale con un pregiudicato e interdetto dai pubblici uffici che non solo non potrà essere votato ma addirittura non potrà nemmeno votare, mi porta a dire che l'incontro di sabato scorso, oltre ad essere stato aberrante, è stato anche un insulto all'etica e alla moralità dei cittadini onesti.

lunedì 20 gennaio 2014

Il 2 febbraio al via la XXV edizione dei Giochi Nazionali Invernali

Scritto e pubblicato

Alla manifestazione sportiva che si terrà a Sestriere e Pragelato parteciperanno ben 350 Atleti.

Dal 2 al 7 febbraio, i comuni di Sestriere e Pragelato ospiteranno i Giochi Nazionali Invernali Special Olympics.
Quest'anno si celebra la 25esima edizione e vedrà impegnati 350 Atleti Special Olympics, i quali gareggeranno in 4 diverse discipline: sci nordico, sci alpino, corsa con le racchette da neve e snowboarding. 
I Giochi Invernali saranno una grande manifestazione per moltissime persone, infatti, oltre agli Atleti Special Olympics e al pubblico, ci saranno anche 250 tecnici, 400 familiari e 400 volontari.
Le gare di sci alpino, snowboard e la corsa con le racchette da neve (le ciaspole) si svolgeranno a Sestriere mentre le gare di sci nordico si svolgeranno a Pragelato.
La cerimonia di apertura si terrà martedì 4 febbraio alle 16:30 in Piazza Agnelli mentre la festa di chiusura si celebrerà giovedì 6 febbraio alle 21 presso il Palazzetto dello Sport di Sestriere.
I Giochi Nazionali Invernali che sono stati organizzati da Special Olympics Italia Onlus con la collaborazione di Free White & Sport Disabled Onlus.
Chi volesse maggiori informazioni può visitare il sito internet: www.specialolympics.it oppure partecipare all'evento facebook creato da SpecialOlympics Italia
La circolare dei Giochi Nazionali Invernali 2014 la si può leggere e scaricare cliccando qui. Chi, invece, volesse partecipare alla Cerimonia di Apertura, può stampare e presentare l'invito.  


I Giochi Nazionali Invernali rappresentano un grande momento di sport, quello vero, sano e partecipato. E' per questo che faccio i miei personali complimenti a chi si è impegnato e ha lavorato duramente per la riuscita dell'iniziativa. Agli Atelti Special Olympics, invece, rivolgo i migliori auguri per le prove sportive che affronteranno.

domenica 5 gennaio 2014

Un albero contro la mafia Gli scout si mettono in «Rete»

dal Bresciaoggi di domenica 29 dicembre
Articolo di Arianna Lenzi

L’INIZIATIVA. L’associazione in campo per fare informazione e ricordare il pericolo di infiltrazioni anche in città
Luca Dondoni e Andrea Grasso in prima fila a spiegare la necessità di informare: «Vogliamo affermare che il ricordo delle vittime non è svanito e noi lottiamo per loro»
Arianna Lenzi

Rete Antimafia e scout pianta- no un albero e parlano della mafia. «Per noi il gesto di pian- tare un albero rappresenta il voler affermare che il ricordo delle vittime della mafia non è svanito, ma è vivido e rappresenta una battaglia inconclusa. La mafia è una ferita aperta ancora da sanare». Così racconta Luca Dordoni, studente universitario alla Facoltà di Giurisprudenza di Brescia e membro della «Rete Antimafia», dal 2010 attiva sul territorio bresciano ed impegnata per educare alla coscienza civica e promuovere la legalità. Con Luca Dordoni e Andrea Grasso, membri della rete, si sono raccolti ieri al parco intitolato a Peppino Impastato di San Polo anche i ragazzi di un gruppo scout del milanese, che da qualche mese collaborano con l’associazione bresciana, partecipando e sostenendo le iniziative che questa propone. Tra le quali l’idea, messa in pratica ieri pomeriggio, di piantare un albero simbolo della lotta e della resistenza alle violenze mafiose. «I ragazzi del gruppo scout, grazie ad una ricerca su inter- net, sono venuti a conoscenza della nostra associazione e ci hanno contattato: volevano mettersi al lavoro e fare qual- cosa di concreto per conosce- re e sensibilizzare su di un problema purtroppo ancora troppo presente» spiega Andrea Grasso, lasciando la parola ad Alessandro Cicirello, uno dei membri più anziani ieri presente al parco di via Vittorio Arici. «VOLEVAMO INDAGARE la situa- zione più da vicino, cercando di informarci meglio su quali potessero essere i risvolti di una presenza mafiosa sul territorio, soprattutto se nel nord Italia, dove ancora si crede che la ‘Ndrangheta sia una realtà estranea, lontana. - dice - Collaborare con la “Rete Antimafia” di Brescia è per noi un’esperienza di crescita e comprensione della società molto preziosa». «Quest’anno l’argomento per tutti gli scout italiani è “Il coraggio di...”, tema che sarà anche affrontato al campo nazionale durante l’estate 2014. - spiega Clara Belletti, una delle “quote rosa” del gruppo - Per questo motivo, tutti insieme, abbiamo deciso che avvicinarci al tema della mafia fosse più che doveroso». «All’interno della “Rete Anti- mafia” abbiamo intrapreso un percorso psicologico - continuano i ragazzi della “Rete” - Questa è la ragione per la qua- le, oggi pomeriggio, uno psicologo terrà un corso, aperto a tutti, sul tema della “Psicologia mafiosa” al Comitato della Pace di Borgosatollo: perchè è solo aumentando la conoscenza e la consapevolezza, lavorando sulla legalità, che le grandi piaghe della società possono essere combattute in maniera efficace».