venerdì 23 marzo 2012

Uno striscione per Rossella Urru anche a Borgosatollo


Ieri, giovedì 22 marzo, Rossella Urru, la cooperante italiana rapita nella notte tra il 22 e il 23 ottobre a Hassi Rabuni nei pressi di Tindouf nell’ovest dell’Algeria, ha compiuto 30 anni. Rossella lavorava da due anni per conto del Comitato Italiano Sviluppo dei popoli (CISP), occupandosi di rifornimenti alimentari per il campo profughi Saharawi di Rabuni, frequentato soprattutto da donne e bambini. Rossella è stata rapita insieme a due suoi colleghi spagnoli: Enric Gonyalons e Ainhoa Fernandez. Il sequestro di Rossella e dei suoi colleghi spagnoli è stato rivendicato dal Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya (Movimento Unito per la jihad in Africa Occidentale), un gruppo dissidente di Al Qaeda. Dalla notte del rapimento sono passati 153 giorni e purtroppo ancora nessuna notizia. Qualche settimana fa, precisamente sabato 3 marzo, in rete si era sparsa la voce della sua liberazione ma purtroppo, dopo poco tempo, è arrivata la smentita. Per il momento possiamo confortarci  con le parole del ministro degli Esteri Giulio Terzi: “Gli ultimi passi fatti per liberarla sono incoraggianti”. Le iniziative per ricordare Rossella e per tenere accesi i riflettori sulla vicenda sono molte. Il Tg3, per esempio, ha aperto una spazio dedicato per raccogliere segnalazioni e iniziative. Si stanno poi diffondendo sul web molti appelli, per esempio vi segnalo una proposta del sito “progetti educativi” che invita ad esporre striscioni per la liberazione di Rossella in ogni Comune d’Italia, iniziativa che ha avuto anche l’adesione dell’ANCI Nazionale.
Fra i comuni e le istituzioni che hanno già aderito all’iniziativa ci sono: il Comune di Cagliari, di Milano, di Roma, la Regione Lombardia e tanti altri comuni d’Italia.
Oggi, venerdì 23 marzo, anche i Consiglieri Comunali di Borgosatollo delle liste civiche d’opposizione “La Ruota” e “Vivere Borgosatollo”, hanno inviato una lettera al Sindaco di Borgosatollo, Francesco Zanardini, chiedendogli di aderire all’iniziativa. Ora non ci resta che attendere la risposta del Sindaco, augurandoci che anche il Comune di Borgosatollo esprima vicinanza alla vicenda di Rossella Urru.
Con la speranza che Rossella possa tornare presto libera e riabbracciare la sua terra, la Sardegna, e i suoi cari.
Leggi l'articolo anche sul sito nonmifermo.

giovedì 22 marzo 2012

Brescia e la prostituzione


Se n’è parlato venerdì sera, presso la Camera del Lavoro di Brescia, durante la presentazione del libro: “Marciapiedi – La prostituzione nella Brescia contemporanea”. Presenti al tavolo di discussione, coordinato da Andrea Grasso, c’erano: Carlo Alberto Romano (autore del libro e docente di criminologia), Fernando Scarlata (coordinatore del comitato antimafia di Brescia “Peppino Impastato”), due volontarie del gruppo Imp-Sex e la Consigliera Comunale di Brescia, Donatella Albini.


Durante l’interessante serata organizzata dalla Rete Antimafia di Brescia, si è scoperta una Brescia capitale del sesso a pagamento. Un fenomeno, quello della prostituzione, che si è amplificato negli anni ed ora è sfociato in un’emergenza sociale.
Nel corso degli anni si è fatto ben poco per arginare il problema. 
In Italia, infatti, non esiste una vera e propria norma legislativa centrata sul fenomeno della prostituzione. Esistono solamente dei regolamenti comunali che però non risolvono il problema ma si limitano ad arginarlo, spostando le ragazze vittime di questa atroce realtà da una strada di centro città ad una strada di periferia.
Come precisa il professore Carlo Alberto Romano, il problema è di natura culturale. Secondo una ricerca nazionale infatti, sono 10 milioni gli italiani che fanno ricorso al sesso a pagamento almeno una volta o due all’anno. Un dato davvero grave, quasi un italiano su due. Ancora più grave se si analizza la componente dei “clienti”: più di un quinto rientra nella categoria fra i 18 ed i 25 anni. Altro dato che tristemente è doveroso analizzare è l’età delle ragazze schiave della prostituzione: quasi il 70% sono under 30, di queste un terzo è di età inferiore ai 22 anni.
Un problema culturale ed una debolezza di molti uomini italiani che vengono sfruttati dalla criminalità organizzata, come sottolinea Fernando Scarlata: 
"Al giorno d’oggi le mafie agiscono su più fronti, quindi non più solo nel traffico di stupefacenti e di armi ma anche nel racket della prostituzione. Le mafie cercano sempre nuove strade per perpetrare i loro traffici illeciti e così accade anche per il racket della prostituzione. I gestori di questo traffico possono contare sulla gestione delle “ballerine” all’interno dei night e sulla complicità di albergatori o immobiliaristi che cedono i propri appartamenti per ospitare ragazze costrette a prostituirsi". 
Sempre secondo Fernando Scarlata le cause di questo fenomeno sono l’elevata richiesta da parte dei clienti ed il legame con il traffico di stupefacenti. Le mafie straniere (albanese, russa, cinese e nigeriana) che gestiscono tale fenomeno non sono autonome ed operano sul territorio italiano, in questo caso a Brescia, con l’autorizzazione delle mafie locali. In cambio di questa concessione le mafie straniere cedono armi e droga a quelle locali. In chiusura Fernando Scarlata racconta brevemente come i malavitosi fanno perno sulla scarsa condizione culturale delle ragazze che vengono addescate, minacciandole con riti vodoo.
Le due ragazze del gruppo Imp-Sex hanno invece parlato a cuore aperto della loro esperienza diretta sulla strada con le prostitute, anzi amiche e sorelle, perché la loro missione è dare qualcosa da bere e da mangiare, ascolto, sostegno e aiuto gratuito.
Prima del dibattito con il pubblico, attento ed interessato, la Consigliera Comunale Donatella Albini, ginecologa da anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne, ha raccontato alcune esperienze personali. La Consigliera Albini ha poi concluso lanciando una frecciata all’amministrazione comunale, chiedendosi come si può pensare di risolvere il problema culturale quando anziché sostenere l’istruzione e la formazione, si preferisce finanziare un parcheggio sotto il Castello di Brescia.

Leggi l'articolo anche sul sito della Rete Antimafia di Brescia

martedì 20 marzo 2012

L'Italia sono anch'io. No, tu no!!

19 organizzazioni coinvolte, oltre 100 comitati locali e un migliaio di volontari impegnati per sei mesi su tutto il territorio nazionale. Ecco i numeri di quante associazioni e quanti cittadini hanno partecipato alla campagna nazionale promossa dal comitato “L’ITALIA SONO ANCH’IO” per presentare due progetti di legge di iniziativa popolare riguardanti una nuova riforma del diritto di cittadinanza che preveda che anche i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani e una nuova norma che permetta il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori regolarmente presenti in Italia da cinque anni.
Dopo sei mesi di eventi, dibattiti, manifestazioni e banchetti per raccogliere le 50 mila firme necessarie per chiedere due referendum popolari, finalmente si può festeggiare. Infatti, la campagna è stata molto partecipata, tant’è che le firme raccolte e presentate, alla Corte di Cassazione hanno superato quota 110 mila. Precisamente: 109.268 firme per la cittadinanza e 106.329 firme per il diritto di voto.
Fantastico! I cittadini italiani si schierano in favore dei diritti di cittadinanza e di voto degli immigrati!
Il 14 febbraio, durante il Consiglio Regionale della Lombardia, anche la Lega Nord ha voluto dare il proprio contributo alla causa, presentando il “Progetto Harlem”, un progetto di legge che va all’attacco dei commercianti extra-comunitari, dai kebabbari ai parrucchieri, dai centri massaggi ai gestori take-away, e che ovviamente è stato approvato.
Una legge targata Carroccio e, seppur con grande malcontento, votata anche dal PDL che limiterà le attività commerciali di extra-comunitari.
Il nome scelto è: “Legge Harlem”, per ricordare la lotta al degrado dell’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani. Con l’approvazione di questa legge, le amministrazioni comunali avranno il potere di vietare l’addensamento di negozi extracomunitari. Nella relazione d’introduzione, il progetto è presentato come uno strumento utile per impedire la creazione di quartieri ghetto, che secondo il relatore Massimiliano Orsatti, creano sempre più problemi ai sindaci e alle forze dell’ordine.
D’ora in avanti, se un extra-comunitario vorrà aprire un’attività commerciale in quella terra inesistente chiamata “PADANIA” dovrà esporre le informazioni commerciali nella nostra lingua (quella italiana o il dialetto locale?) ma soprattutto dovrà dimostrare di conoscere la grammatica italiana. Chi non sarà a conoscenza della nostra storica lingua dovrà frequentare un corso di italiano gestito dal Comune (anche se la legge non stanzia fondi ai Comuni per l’organizzazione di corsi linguistici).
Una legge, come sottolineato dal Consigliere Regionale Giulio Cavalli, che utilizza la discriminazione come unico ingrediente per combattere la paura.
Ancora una volta la Lega Nord non si smentisce e mostra la parte più xenofoba e razzista di sé.

mercoledì 14 marzo 2012

La Rete Antimafia presenta “la prostituzione a Brescia”

Venerdì 16 marzo alle 20:45, nella sala Buozzi della Camera del Lavoro in via Folonari 20, il docente di criminologia dell’Università degli Studi di Brescia, il prof. Carlo Alberto Romano, presenterà il suo libro: “Marciapiedi – La prostituzione nella Brescia contemporanea”
Al dibattito, promosso dalla “Rete Antimafia di Brescia” e moderato da Andrea Grasso, parteciperanno anche Fernando Scarlata, Coordinatore del Comitato Antimafia di Brescia “Peppino Impastato” e due volontarie del gruppo IMP-SEX.
“Il traffico e lo sfruttamento delle donne – spiega Andrea Grasso – è un business che frutta alle organizzazioni criminali parecchi milioni di euro l’anno. Basti pensare che, stando ai dati forniti dalle associazioni che si occupano del fenomeno, le cifre d’affari che gravitano attorno allo sfruttamento della prostituzione si attestano fra i 475 ed i 950 milioni di euro. A questi poi vanno aggiunti gli introiti derivanti dal traffico delle ragazze, introiti che oscillano dai 2,6 ai 74 milioni di euro all’anno”.
Impressionanti anche i numeri che riguardano l’età delle persone coinvolte:
“Quasi il 70% delle ragazze che finiscono sulla strada sono under 30, di queste un terzo è di età inferiore ai 22. Fra i clienti invece dobbiamo tristemente constatare che più di un quinto rientra nella categoria fra i 18 ed i 25 anni”.
Durante l’incontro verrà analizzato il fenomeno della prostituzione con particolare riferimento alla drammaticità bresciana. Verrà raccontato come viene gestita la prostituzione e cosa fanno le associazioni di volontariato come il gruppo IMP-SEX per aiutare le ragazze vittime della tratta. Verranno inoltre presi in considerazione gli aspetti che legano il fenomeno della prostituzione a quello della criminalità organizzata.
“Nel corso della serata – conclude Andrea Grasso - interverrà anche il Consigliere Comunale di Brescia Donatella Albini, da anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne.
Ci sarà parecchia carne al fuoco, per questo siamo sicuri che non mancheranno gli spunti su cui riflettere. Nella speranza che possa nascere un sano e costruttivo dibattito daremo inoltre al pubblico lo spazio per interagire con gli ospiti”.
La Rete Antimafia di Brescia ringrazia la Casa delle donne di Brescia, Se Non Ora Quando Brescia e il gruppo IMP-SEX per aver aderito all’iniziativa, nonché la Camera del Lavoro di Brescia per la concessione della sala Buozzi.

Trovate l'articolo anche sul sito di BresciaVera e ValleSabbiaNews