giovedì 30 luglio 2015

Giovedì 30 luglio alla festa del Partito Democratico per un confronto sulla mafia al nord

Giovedì 30 luglio parteciperò a un dibattito sul radicamento, l'infiltrazione è ormai già avvenuta da anni, della mafia al nord. La serata, che comincerà alle 20:30, si svolgerà durante la festa provinciale del Partito Democratico a Botticino. 

Oltre a me, saranno presenti Gianantonio Girelli (Presidente della Commissione speciale Antimafia), Antonio Naccarato (membro della Commissione Parlamentare Antimafia) e Giampiero Rossi (giornalista del Corriere della Sera e autore del libro "La regola" sulla storia della 'ndrangheta in Lombardia). Il dibattito sarà moderato dal segretario del PD di Mazzano Claudio Saleri.
Si discuterà di mafia a più livelli, dalla presenza mafiosa in Lombardia, fino a tematiche nazionali. Io avrò il compito di raccontare la mia esperienza di giovane attivista antimafia, spiegando perchè ho di deciso di scegliere questo percorso e soprattutto cosa possano fare i cittadini contro il radicamento della cultura mafiosa. 

Ringrazio il Partito Democratico per avermi invitato e per aver dedicato nel corso della loro festa uno spazio sulla mafia.

Se vorrete, vi aspetto. 

lunedì 27 luglio 2015

Mercoledì 29 luglio, alle 19 presso la festa di Sel Brescia, si parlerà di contrasto alle mafie con il Presidente Girelli

Mercoledì 29 luglio, alle 19, parteciperò a un interessante dibattito sulla lotta alla mafia. L'incontro si svolgerà presso il Centro Sportivo di Collebeato all'interno della festa  regionale di Sinistra Ecologia Libertà Brescia.
Al dibattito sarà presente il Presidente della Commissione Speciale Antimafia Gianantonio Girelli e insieme a lui parleremo della nuova legge regionale per il contrasto alle mafie. 
Una legge importante che prevede come uno dei punti fondamentali, la formazione e l'istruzione di amministratori e funzionari pubblici. Qui potete leggere qualche informazione sulla nuova legge. 

Per il terzo anno consecutivo, alla festa di Sinistra Ecologia Libertà si parlerà di mafia e antimafia, per questo ci tengo a ringraziare tutta la Federazione provinciale che anche quest'anno ha ritenuto importante analizzare il tema. 
Un altro ringraziamento va al Presidente Gianantonio Girelli per la sua disponibilità e per il suo impegno.

Ricordo che la festa terminerà domenica 2 agosto. Qui il programma completo di tutte le serate.

Se vorrete, ci vediamo alla festa!!

venerdì 24 luglio 2015

Strage di Piazza della Loggia: strage fascista e di Stato

Finalmente, dopo una già accertata verità storica, è arrivata anche la verità giudiziaria per quanto accaduto quel lontano 28 maggio del 1974. Dopo 3 inchieste e 13 processi, i giudici della Corte di Assise di appello di Milano hanno condannato all'ergastolo con isolamento diurno per tre anni nei confronti di Carlo Maria Maggi, medico veneziano che all'epoca della Strage era a capo dell'organizzazione fascista "Ordine Nuovo" nel Veneto, e Maurizio Tramonte, uomo vicino al Sid e informatore dei Servizi Segreti. 
Secondo i giudici, sono loro i responsabili di una delle stragi più sanguinose degli anni piombo.
Una sentenza storica che mette nero su bianco l'esistenza di rapporti tra destra neofascista e apparati deviati dello Stato.

Alle 10 e 12 minuti di quel tragico giorno, una bomba nascosta in un cestino portarifiuti portò via la vita a 8 persone e ne ferì altre 102. 

A noi resta il dovere della memoria e del ricordo di quelle persone che non ci sono più ma che il 28 maggio del 1974 erano in piazza per partecipare a una manifestazione antifascista. 
Come sempre, ricordo i loro nomi e dedico per dedicargli il mio pensiero: 

Giulietta Banzi Bazoli (34 anni – insegnante); Livia Bottardi Milani (32 anni – insegnante); Euplo Natali (69 anni – pensionato); Luigi Pinto (25 anni – insegnante); Bartolomeo Talenti (56 anni – operaio); Alberto Trebeschi (37 anni – insegnante); Clementina Calzari Trebeschi (31 anni – insegnante) e Vittorio Zambarda (60 anni – operaio).


Per tutte loro e per i famigliari delle vittime, giustizia è stata fatta. 

venerdì 17 luglio 2015

Caso Crocetta: perché quelle presunte intercettazioni alla vigilia del 19 luglio?

Secondo il settimanale "L'Espresso", il medico Matteo Tutino, medico del Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e già arrestato per truffa, falso e peculato, in una conversazione telefonica proprio con Rosario Crocetta, avrebbe pronunciato la seguente frase: "Va fermata, fatta fuori, come suo padre", riferita a Lucia Borsellino, figlia del magistrato Paolo, ucciso da Cosa Nostra nel 1992, ed ex Assessore alla Sanità della Regione Sicilia.

Va detto che se le parole di Tutino fossero confermate, sarebbe davvero molto grave, così come sarebbe ancor più grave il silenzio del Governatore della Sicilia, ora auto sospeso, Rosario Crocetta.

Nel frattempo però, la Procura di Palermo, tramite il Procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, smentisce l'esistenza di tali intercettazioni. Sempre nel comunicato della Procura di Palermo si legge: "Analogamente, i carabinieri del Nas, che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento, hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore, tra i predetti, sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino".

Ciò che conta ora è fare chiarezza al più presto. Se la notizia fosse vera, l'auto sospensione di Crocetta non sarebbe sufficiente, se invece si rivelasse falsa bisognerebbe prendere seri provvedimenti nei confronti del giornalista e del settimanale.

Quello che mi chiedo è perché una notizia di questo genere sia stata resa nota, a torto o ragione, proprio a pochi giorni dall'anniversario della morte di Paolo Borsellino.

Intanto, esprimo comunque la mia solidarietà a Lucia Borsellino e alla sua famiglia.

lunedì 6 luglio 2015

L'importanza del voto greco: cosa dobbiamo imparare

Il popolo è sovrano e ieri il popolo greco l'ha dimostrato. I greci hanno votato no, OKI in greco, alle proposte avanzate dai creditori e alle politiche di austerità che da cinque anni a questa parte si sono abbattute sulla Grecia facendola sprofondare in uno stato di povertà. Politiche sbagliate che hanno portato la Grecia ad avere più della metà dei giovani disoccupati, carenza di cibo e farmaci e aumento dei suicidi solo per citare alcuni drammatici esempi.

La democrazia nasce in Grecia e solo dalla Grecia poteva arrivare una forte risposta all'Europa del rigore e delle banche. 
Non era un referendum per l'uscita dall'euro ma un consultazione democratica per dire sì all'Europa dei popoli, a favore della solidarietà e contro le politiche di austerità. 
Ha prevalso un'altra idea di Europa, per questo la vittoria del no rappresenta un punto di svolta per tutti i cittadini europei che credono in Europa fondata sull'uguaglianza e sulla giustizia sociale.

Dalla Grecia e dai greci impariamo anche un'altra cosa, la dignità e la responsabilità politica. Ce lo insegna Varoufakis che s'è dimesso da Ministro dell'Economia da vincitore per facilitare Tsipras nei negoziati. In Italia non si è abituati a dimettersi dopo le sconfitte, figuriamoci dopo le vittorie. Varoufakis, insieme a Tsipras, è stato uno dei più forti sostenitori del referendum e ora, per il bene pubblico della Grecia e del suo popolo, preferisce farsi da parte così da non dare più alibi all'Europa dei poteri forti che non vuole trattare.


Credo cha dal referendum greco dobbiamo imparare che un'Europa diversa può e deve esistere, dobbiamo imparare che quando il popolo è chiamato alla partecipazione la risposta è forte, e infine dobbiamo imparare che il bene pubblico viene prima di qualsiasi altra cosa.