venerdì 24 marzo 2017

A proposito di acqua pubblica e di giornata mondiale dell'acqua

In occasione della giornata mondiale dell'acqua celebratasi mercoledì 22 marzo, alcuni membri del Comitato Provinciale per l'Acqua Pubblica hanno consegnato presso il Palazzo Broletto più di 300 firme di cittadini raccolte in tutta la provincia bresciana. L'obiettivo della raccolta firme era quello di poter istituire un comitato referendario provinciale. Era perché la soglia minima erano appunto 300 firme che ora saranno controllate. Una volta verificate le firme si potrà costituire il Comitato che avrà come obiettivo chiedere alle Amministrazioni comunali che deliberino il referendum (servono 25 Municipi che rappresentino almeno il 3% degli aventi diritto al voto). Il referendum si opporrà alla decisone presa dalla Provincia di costituire il gestore unico provinciale Acque Bresciane e chiederà ai cittadini di esprimersi nuovamente sulla volontà di mantenere la gestione pubblica del servizio idrico.

Come Sinistra Per Borgosatollo abbiamo aderito all'iniziativa partecipando attivamente alla raccolta firme anche nel nostro paese. Una raccolta molto positiva alla quale hanno aderito poco più di cinquanta persone. Ed è a loro che come Sinistra Per Borgosatollo vogliamo comunicare che loro firme, ad oggi, non sono ancora state consegnate in Provincia. Il perché è presto spiegato: i moduli sui quali sono state raccolte le firme devono essere autenticati da un consigliere comunale che certifichi la veridicità delle firme. È stato chiesto, quindi, a un Consigliere di maggioranza di autenticare le firme, ma ci è stato risposto che avendo più volte attaccato l'operato dell'Amministrazione, non avrebbe firmato. Scelta legittima, ma altrettanto discutibile perché nel 2011 l'attuale Consigliere Tolomello fu uno dei più attivi durante la campagna referendaria per l'acqua pubblica, come già ricordai in un post su facebook del 18 settembre. Ma c'è dell'altro, perché quel Consigliere di maggioranza ha fatto una doppia capovolta in quanto è firmatario della lista provinciale "Provincia Bene Comune" che, oltre ad aver eletto un proprio rappresentante nell'Assemblea provinciale, ha tra i suoi punti principali proprio la gestione dell'acqua pubblica. 

Lasciamo a voi cittadini che pensavate di aver espresso la vostra intenzione con una firma di valutare l'operato delle persone che attualmente amministrano il paese. 
Noi come Sinistra per Borgosatollo ci teniamo a dire che proseguiremo la nostra battaglia politica senza farci scoraggiare dal trasformismo crescente nell'attuale società.

Il Coordinamento di Sinistra Per Borgosatollo

giovedì 23 marzo 2017

Viva Roma e i romani che accolgono

Andrea Grasso, Roma, Accoglienza, Europa, Rifugiati
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In occasione della ricorrenza dei Trattati di Roma, Roma e i romani si preparano ad accogliere a braccia aperte i rifugiati politici in arrivo nella Capitale

“La storia insegna, ma non ha scolari” diceva Antonio Gramsci, e la storia si ripresenta sempre, sotto nuove forme ma con uguali concetti sostanziali. Ecco perché ringrazio tutti quei cittadini romani che in questi giorni si stanno battendo contro ideologie e fascismi tipici d’altri tempi.

Andiamo però con ordine. Il teatro della vicenda è Monte Arsiccio, Municipio XIV di Roma, dove Prefettura e Amministrazione Comunale intendono organizzare un centro di accoglienza per rifugiati politici. Appena trapelata la notizia, Forza Nuova, Fratelli d’Italia e l’associazione Roma ai romani hanno alzato le barricate al grido di “Roma ai romani, difendiamo la nostra identità”.

Concetti purtroppo attuali, ma con radici storiche profonde. Proprio quelle radici che Altiero Spinelli, insieme a Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, decisero di combattere pubblicando il Manifesto di Ventotene, un inno per un’Europa libera e unita che, guarda caso, durante l’esilio forzato imposto dall’allora Governo fascista.

Cosa c’entra Altiero Spinelli con il centro di accoglienza? Semplice. Come scrivevo prima, la storia si ripresenta sempre, e stavolta lo fa nella settimana in cui si celebrano i sessant’anni dei Tratti di Roma che istituirono la Comunità Economi Europea. La data esatta della ricorrenza è il 25 marzo ed è anche il giorno scelta da diverse associazioni romane per rispondere ai razzismi, ma soprattutto per allargare le braccia ai nuovi arrivi esprimendo un sano principio: "Siamo umani".

“Un’accoglienza possibile” secondo gli organizzatori, peraltro, in una zona di Roma a bassissima presenza di cittadini stranieri (dati ufficiali pubblicati dal Censis).

Quindi, come ha raccontato l’attore Flavio Insinna, “La vera emergenza è la guerra e non chi arriva, quanti ne arrivano o da dove arrivano. Perché in un Paese malato di solitudine e indifferenza, l’unica cura è l’amicizia”.

martedì 21 marzo 2017

Combattiamo le mafie insegnando la bellezza e praticando una sana disobbedienza contro le ingiustizie

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Da 22 anni il 21 marzo è ricordato come la giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Una giornata promossa dall'associazione "Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" che da anni è coordinata da Don Ciotti. Da quest'anno sarà però speciale perché la giornata del 21 marzo è stata finalmente riconosciuta come Legge. 

Ogni 21 marzo, migliaia di liberi cittadini scendono in piazza contro le mafie e per ricordare i 950 nomi delle vittime innocenti di mafia. Il ricordo è un esercizio doveroso che deve servire da insegnamento affinché certi episodi non accadano più. Il ricordo è importante, ma da solo non può bastare se non accompagnato da un impegno civile quotidiano contro ogni sopruso e in difesa dei più deboli.

Per fare ciò occorre partire dalle scuole restituendo un ruolo centrale all'istruzione come aveva capito molti anni fa lo scrittore Gesualdo Bufalino secondo il quale "La mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari".
Insegniamo la bellezza come gridava Peppino Impastato per fornire la gente dell'arma più importante, insieme alla parola, contro la rassegnazione, la paura e l'omertà.
Non voltiamoci dall'altra parte e non temiamo di disobbedire alle ingiustizie perché come dice Max Wilbert: "Quando il compasso morale punterà verso il pericolo, saremo pronti a non nasconderci".

Il 21 marzo non deve servire per ripulire le nostre coscienze, perciò torniamo a usare il "noi" e facciamo in modo che ogni giorno sia sempre il 21 marzo.

lunedì 20 marzo 2017

Un'altra occasione di riscatto persa dal genere maschile

Sabato18 marzo, nel corso della trasmissione di Rai Uno, "Parliamo sabato", condotta da Paola Perego, è stata mostrata una grafica nella quale venivano spiegati i motivi che portano gli uomini nostrani a preferire le donne dell'est. 
Il popolo del web s'è giustamente inorridito e ha subito preso le distanze dal messaggio sessista trasmesso sulla rete principale del servizio pubblico.
Secondo il messaggio, i motivi per scegliere una donna dell'est sono:
1) Sono tutte mamme, ma dopo aver partorito recuperano un fisico marmoreo. 
2) Sono sempre sexy, niente tute né pigiamone. 
3) Perdonano il tradimento. 
4) Sono disposte a far comandare il loro uomo. 
5) Sono casalinghe perfette e fin da piccole imparano i lavori di casa. 
6) Non frignano, non si appiccicano e non mettono il broncio.

Un messaggio davvero discriminatorio nei confronti delle donne che soltanto dieci giorni fa hanno manifestato in tantissime scendendo nelle piazze italiane.
Voglio però andare in controtendenza e provare ad aprire una riflessione attraverso una provocazione: "E se i veri discriminati di questo sondaggio fossero gli uomini?"

E' giusto che le donne abbiano fermamente preso le distanze, però mi piacerebbe sapere cosa pensano gli uomini di quell'elenco. Se la realtà fosse davvero quella rappresentata dalle sei caratteristiche tipo, significa che gli uomini sono dei perfetti inetti, incapaci di usare il cervello se non solo davanti a delle belle forme tonde, che siano seni o palloni da calcio.

E quindi mi voglio offendere anch'io per la rappresentazione data e voglio dire a gran voce che quando m'innamoro di una donna non è di certo perché non "frigna" o perché pulisce bene casa. Voglio una donna che dopo aver partorito possa essere una brava mamma con il cuore e con l'affetto e non con il fisico, che dopo una giornata di lavoro possa tornare a casa e indossare le pantofole e il maglione in parie che si arrabbi se dovessi tradirla, che fa valere le sue idee e non si sottomette, che in casa si fa aiutare dal suo compagno e sì, che ogni tanto mi metta anche il broncio e mi si appiccichi.

Non voglio assolutamente far passare in secondo piano la contrarietà espressa dal mondo femminile, ma credo che per far avvenire il cambiamento occorra che anche da parte degli uomini ci sia un impegno giornaliero e non solo una volta l'anno.

giovedì 16 marzo 2017

Aula vuota per la discussione sul "Fine Vita". Facciamo chiarezza

Lunedì 13 marzo è iniziata alla Camera dei Deputati la discussione sulla legge del biotestamento. Nella stessa giornata sono impazzate fotografie che ritraevano l'aula della Camera semi-deserta. Numerosi anche gli articoli di testate giornalistiche autorevoli che non si sono lasciate scappare l'occasione per scagliarsi contro l'ipocrisia, presunta, dei politici di tutti gli schieramenti. 

L'estrema difficoltà in cui versa l'attuale società pronta a puntare il dito contro tutto e tutti, però, dovrebbe imporre, quantomeno agli organi d’informazione, una maggiore attenzione prima della pubblicazione di qualsiasi notizia.

Facciamo quindi chiarezza su quanto realmente accaduto lunedì 13 marzo alla Camera. 
Il lunedì è il giorno solamente prefissato per le discussioni generali delle leggi alle quali non posso iscriversi tutti i parlamentari, ma soltanto alcuni. Di ogni gruppo parlamentare, infatti, a seconda del numero dei membri che ne fanno parte, possono iscriversi soltanto uno o due parlamentari. Solo ed esclusivamente i parlamentari iscritti potranno prendere la parola, per un tempo minimo, per esporre il giudizio del gruppo di riferimento emerso dalla Commissione. 
La discussione degli emendamenti e le votazioni, invece, iniziano martedì con la presenza di tutti i parlamentari.

Il lunedì, inoltre, è anche giornata di Commissioni, il che significa che alcuni parlamentari non erano in aula perché impegnati a discutere altri temi. Nel caso specifico di lunedì 13 marzo, tra l'altro, erano in corso le Commissioni I e II (Affari costituzionali e Giustizia) per discutere il Decreto Legge Minniti sulla sicurezza.

Ci sono poi parlamentari che, non essendo iscritti a parlare durante la discussione generale e non facendo parte delle Commissioni convocate il lunedì, hanno svolto normale attività istituzionale sul territorio.

Va bene criticare la classe politica quando se lo merita, ma cerchiamo di restare obiettivi senza cadere nella polemica gratuita che alimenta solo la confusione.

venerdì 10 marzo 2017

Agevolare il rientro dei capitali stranieri non diminuirà la povertà

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L'ultima mossa del Governo Renzi, Gentiloni pardon, ma d'altra parte la somiglianza è così tanta che è facile sbagliare, si chiama "Flat Tax". La "Flat Tax", letteralmente "tassa piatta", prevede il pagamento di un'imposta forfettaria, un obolo più che altro, di 100mila euro per ciascun periodo d'imposta per cui viene esercitata al fine di favorire il trasferimento della residenza in Italia delle persone con un alto patrimonio.
La tassa riguarderà solo chi è residente all'estero da almeno 9 periodi d'imposta negli ultimi 10 anni e garantirà benefici anche ai familiari del Paperone di turno. Basterà, infatti, versare 25.000 € d’imposta sostitutiva e anche i familiari potranno dichiarare la loro residenza nel Bel Paese.

La Flat Tax è assolutamente iniqua e dà l'idea dell'impostazione politica neoliberista del Governo.
Mentre ai lavoratori sono chiesti sempre maggiori sacrifici, per la crisi economica prima e per una maggiore competitività poi, ai proprietari di grandi capitali vengono srotolati tappeti di velluto rosso come segno di benvenuto.

E mentre la povertà in Italia aumenta con più di una persona su quattro a rischio povertà o esclusione sociale, nel 2015 l'Istat stima 17 milioni 469 mila persone (28,7% della popolazione), il Governo non riesce a produrre di meglio che il reddito d’inclusione. Una misura complessiva di 1,6 miliardi che sarà destinata a 1,8 milioni di persone, vale a dire poco più del 10% delle persone a rischio povertà. 

Il sostegno al reddito e la lotta alla povertà va condotta in altri modi, per esempio introducendo una legge patrimoniale sui grandi patrimoni, dimezzando la spesa per gli F-35 e rilanciando la lotta all’evasione fiscale. Misure dal valore complessivo stimato in 22,5 miliardi di euro che potrebbero finanziare strumenti come il reddito minimo garantito come vera forma di lotta alle diseguaglianze.

Deve quindi essere un impegno preciso di chi fa politica chiedere un impegno maggiore al Governo, un impegno vero per aiutare le classi più deboli e non per far diventare l'Italia un nuovo paradiso fiscale.