giovedì 6 agosto 2015

In ricordo di Gaetano Costa, Antonino Ninni Cassarà e Roberto Antiochia, uccisi da cosa nostra

Un solo giorno, il 6 agosto, due anni diversi, il 1980 prima e il 1985 poi. Sono le date in cui vennero uccisi tre uomini dello Stato impegnati nella difficile lotta contro cosa nostra.
Gaetano Costa, ucciso a Palermo nel 1980, era Procuratore Capo di Palermo. Un killer in moto gli sparò tre colpi di pistola mentre sfogliava dei libri in una bancarelle in Via Cavour, a pochi passi da casa sua. La causa di quella spietata esecuzione, il fatto che egli avesse firmato personalmente dei mandati di cattura nei confronti del boss Rosario Spatola ed alcuni dei suoi uomini che altri suoi colleghi si erano rifiutati di firmare. Il delitto venne ordinato dal clan mafioso capeggiato da Salvatore Inzerillo.

Antonino, detto Ninni, Cassarà e Roberto Antiochia furono uccisi, invece, 5 anni più tardi nel 1985, sempre il 6 agosto.
Ninni Cassarà era Commissario di Polizia e Vice Questore di Palermo, nonché uno stretto collaboratore di Giovanni Falcone. É anche grazie alle importanti indagini di Cassarà che venne istituito il primo maxi-processo contro cosa nostra.
Roberto Antiochio, invece, era un agente della Polizia di Stato addetto alla scorta di Cassarà.
I due furono uccisi proprio a ridosso del portone di casa del commissario Cassarà. Ad aspettarli, un plotone di 9 uomini armati di fucili AK-47. Non appena scesi dall'auto vennero raggiunti dai colpi di fucile. Nella sparatoria rimase illeso Natale Mondo, l'altro agente di scorta che però venne anch'esso ucciso, sempre da cosa nostra, nel 1988.

Al loro impegno, alla loro passione, al loro sacrifico e al loro esempio, dedico questo post.

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