giovedì 3 marzo 2016

Quale antimafia senza cultura?

"La cultura della legalità non esiste, esiste la cultura e basta. E contro la mafia si lotta studiando". (Giacomo Di Girolamo)

Non può quindi esistere una vera e forte antimafia senza la cultura.

Per l'Unesco l'Italia detiene il più alto numero al mondo di beni patrimonio dell'umanità eppure, secondo uno studio pubblicato da Eurostat che compara la spesa pubblica nel 2011, è all'ultimo posto in Europa per percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (1,1% a fronte del 2,2% dell'Ue a 27) e al penultimo posto, seguita solo dalla Grecia, per percentuale di spesa in istruzione (l'8,5% a fronte del 10,9% dell'Ue a 27). 

Non sono migliori gli ultimi dati del 2013 riguardanti la spesa media annua delle grandi città italiane per ogni cittadino. I dati, pubblicati sulla piattaforma OpenPolis, non lasciano spazio a molte interpretazioni. Le quindici città più popolose d’Italia, infatti, nel 2013 hanno speso in media 60€ a cittadino per la cultura. L'unica città a superare 100€ è Firenze (243,04€) mentre tra le città del sud, quelle con maggior presenza mafiosa, a investire di più è Napoli con 22,34€ di spesa pro capite per cittadino.

"È il numero di parole che sappiamo e che sappiamo usare a difenderci dai soprusi del mondo". (Don Lorenzo Milani)

Non parliamo più di legalità a vanvera ma riappropriamoci del concetto di democrazia e giustizia sociale, torniamo a impadronirci della cultura quale strumento migliore contro la mafia.

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