giovedì 12 giugno 2014

Ecomafie: presentato a Roma il Rapporto Ecomafia 2014 di Legambiente

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29.274 sono le infrazioni penali accertate, 28.360 le persone denunciate sono 28.360 e 2.318 i sequestri. La media è di 80,2 reati al giorno, vale a dire 3,3 reati ogni ora

Nella giornata di mercoledì 11 giugno, è stato presentato alla Camera il rapporto annuale di Legambiente sulle ecomafie.
”Sarà difficile istituire inchieste e colpire gli ecocriminali senza l’approvazione della legge che inserisce i reati ambientali nel codice penale”, dice il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, il quale rileva anche come sia necessaria una legge contro la corruzione perché “i reati ambientali e la corruzione sono strettamente connessi”.

29.274 sono le infrazioni penali accertate, 28.360 le persone denunciate sono 28.360 e 2.318 i sequestri. La media è di 80,2 reati al giorno, vale a dire 3,3 reati ogni ora.
 La regione con la più elevata percentuale d’infrazioni accertate è la Campania (16,1%), seguita dalla Sicilia (12,2%), Puglia (10%) e Calabria (8,6%). Al centro Italia è, invece, la regione Lazio (7,1%) mentre al nord la Liguria (4,9%.)

Il settore maggiormente infiltrato dalla criminalità è il ciclo alimentare (25%), seguito dai delitti contro gli animali e la fauna selvatica (22%). Il ciclo dei rifiuti è la terza attività (15%) mentre il ciclo del cemento rappresenta il 14%. In calo gli incendi dolosi colposi che sono scesi all’8%.
In aumento i reati nel ciclo dei rifiuti che passano da 5.025 a 5.744, + 14,3%, con 6.971 denunce (+ 15,9%) e 90 arresti: (+3,4%). In aumento anche i reati contro la fauna (infrazioni per commercio illegale di specie protette, abigeato, bracconaggio, allevamenti illegali, pesca di frodo, maltrattamenti e combattimenti clandestini), saliti a 8.504 totali, più 6,6%. Altro dato preoccupante riguarda il settore agroalimentare che dai 4.173 reati del 2012 passa a ben 9.540 con il raddoppio delle denunce e 57 persone arrestate.

Nel complesso, il 47% dei reati ambientali è avvenuto in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Regioni dove si registra anche il record delle persone denunciate (4.072), degli arresti (51), e dei sequestri (1.339).

I numeri e i dati presenti nel rapporto di Legambiente sono sconvolgenti ed evidenziano in maniera chiara e precisa come le mafie investano fortemente nel settore ambientale che rappresenta sempre di più una ricca fonte d’investimento e guadagno.

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