sabato 9 aprile 2016

Eluana Englaro aveva il diritto di morire in Lombardia. Regione condannata dal TAR al risarcimento

Per un padre che perde la figlia, forse non si può parlare di giustizia, ma una cosa è certa: i diritti di Eluana Englaro sono stati calpestati e ora non si tratta più di un'opinione ma di una sentenza del TAR scritta nero su bianco. La Regione Lombardia, infatti, è stata condannata a risarcire la Famiglia Englaro per non avere dato la possibilità al padre Beppino di esaudire la richiesta della figlia, ossia staccare i macchinari che la tenevano in vita artificialmente. I genitori di Eluana furono così costretti a recarsi presso la clinica "La Quiete" di Udine e ora, per questa ragione, la Regione Lombardia governata all'epoca da Formigoni è stata condannata.
Scrive il TAR: “In ragione di ciò la vita familiare, già sconvolta da fondamentali e radicali cambiamenti dello stile di vita, è stata ulteriormente turbata dall’ostruzionismo della Regione Lombardia: si è impedito quindi al ricorrente di dare seguito alla volontà della figlia di non continuare a vivere quello stato di incoscienza permanente, essendo stata accertata con le più volte citate pronunce giurisdizionali – rese sia in sede civile che amministrativa e passate in giudicato – l’incompatibilità di uno stato vegetativo con lo stile di vita e i convincimenti profondi riferibili alla persona, correlati ai fondamentali diritti di autodeterminazione e di rifiutare le cure”.

La battaglia civile per riconoscere a ogni cittadino il diritto sul proprio fine vita è ancora lunga e tanti altri ostacoli dovranno essere affrontati, ma grazie a questa sentenza si lotterà con qualche speranza in più.

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