martedì 21 marzo 2017

Combattiamo le mafie insegnando la bellezza e praticando una sana disobbedienza contro le ingiustizie

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Da 22 anni il 21 marzo è ricordato come la giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Una giornata promossa dall'associazione "Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" che da anni è coordinata da Don Ciotti. Da quest'anno sarà però speciale perché la giornata del 21 marzo è stata finalmente riconosciuta come Legge. 

Ogni 21 marzo, migliaia di liberi cittadini scendono in piazza contro le mafie e per ricordare i 950 nomi delle vittime innocenti di mafia. Il ricordo è un esercizio doveroso che deve servire da insegnamento affinché certi episodi non accadano più. Il ricordo è importante, ma da solo non può bastare se non accompagnato da un impegno civile quotidiano contro ogni sopruso e in difesa dei più deboli.

Per fare ciò occorre partire dalle scuole restituendo un ruolo centrale all'istruzione come aveva capito molti anni fa lo scrittore Gesualdo Bufalino secondo il quale "La mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari".
Insegniamo la bellezza come gridava Peppino Impastato per fornire la gente dell'arma più importante, insieme alla parola, contro la rassegnazione, la paura e l'omertà.
Non voltiamoci dall'altra parte e non temiamo di disobbedire alle ingiustizie perché come dice Max Wilbert: "Quando il compasso morale punterà verso il pericolo, saremo pronti a non nasconderci".

Il 21 marzo non deve servire per ripulire le nostre coscienze, perciò torniamo a usare il "noi" e facciamo in modo che ogni giorno sia sempre il 21 marzo.

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